Presentata ad Eicma 2016 la nuova versione della Yamaha MT09 è stata una dei punti di riferimento per la casa madre tra le novità proposte per il mercato del nuovo anno. Anche perché da quando è arrivata nel 2013 è stata subito apprezzata e come sempre cambiare una moto di successo non è mai facile. La gamma MT poi rappresenta circa il 40% delle vendite di Yamaha quindi sbagliare con la 09 era impossibile. Così è stato per la scattante e precisa moto che ha introdotto per prima il poderoso 3 cilindri CP3 da 115 cavalli, che ha sbaragliato la concorrenza rimasta al palo in questo segmento e non solo, visto che il successo è stato raggiunto anche dalla Tracer e dalla classica XSR che equipaggiano questo propulsore. Esteticamente la MT09 fa un po’ il verso alla sorella maggiore MT10 che però è spinta dal 4 cilindri 1000 della sportiva R1, ma in alcuni dettagli forse è ancora più apprezzabile. Il faro anteriore per esempio è stato diviso in 4 proiettori led eleganti e futuristici ma è l’insieme della moto che ci piace per scelte e accoppiamento delle parti. Sarà che questo motore è così godibile in marcia che anche da fermo la sua collocazione ci sembra perfetta e indovinata. Le scelte futuristiche della MT09 come già detto erano state già apprezzate nella versione precedente datata 2013 ma ora il lancio verso una nuova dimensione estetica è evidente e coinvolgente e a questo concetto è stato ovviamente associato un allestimento tecnologico di altissimo livello e anche a buon prezzo, del quale parleremo in chiusura. Il nostro test è stato possibile grazie alla collaborazione del dealer napoletano RIMA di Via Arenaccia, che ci ha offerto la possibilità di utilizzare la MT09 per una giornata intera. Di serie troviamo i 2 livelli di controllo di trazione e soprattutto con le 3 mappature per l’erogazione della potenza. In più c’è l’acceleratore elettronico, il comodo quick shift e la frizione antisaltellamento, che viaggia di livello pari al tipo di mappatura selezionata. Ciclisticamente la moto ora si avvale di una forcella interamente regolabile con i registri disposti diversamente per singolo stelo, una soluzione innovativa ma forse più dettata da linee di marketing. Invariato invece il mono posteriore che si può regolare in precarico ed estensione, troppo morbido nel setup di base come si vede anche da questa soggettiva. Nonostante le restrizioni Euro 4 Yamaha è riuscita a conservare il carattere esclusivamente rabbioso e potente del CP3 di ultima generazione. Sarà che a noi piace la moto ruvida e ignorante ma sulla MT09 il lavoro di progressione ha raggiunto livelli eccellenti e seppur sia potente e rapida nell’erogazione riesce a farsi contenere, a patto che ci si distragga poco nella guida più sportiva. Ottima la frenata potente e modulabile, ben supportata dall’ABS mai invasivo. Sorprendente la facilità di inserimento in curva e la reattività nei cambi di direzione, in questo gioca un ruolo essenziale l’interasse cha ha un valore di 1.440 mm e l’angolazione del cannotto di sterzo di 25°. Quote che privilegiano la guida sportiva e tortuosa di passi di montagna fino a spingere forte sui lunghi rettilinei, dove la protezione aerodinamica è un po’ sacrificata. Ci sarà comunque la possibilità di allestire un piccolo cupolino marchiato Yamaha, anche se infondo la MT09 è bella proprio perché spogliata di ogni sovrastruttura che non sia legata alla linea avveniristica della moto o addirittura superflua per il suo utilizzo. Inizia ad essere qualcosa di più che una naked, anche se conserva il prezzo di soli 8.990 euro franco concessionario ha acquisito ancor di più sembianze e caratteristiche di una supersportiva e in effetti con un i semimanubri, la carena e un iterasse leggermente più lungo sarebbe una fantastica maxisport e non capiamo perché nessuno in Yamaha non ci abbia ancora pensato!