Un successo immediato quello della Yamaha Tracer 900 che sin dal suo esordio sul mercato nel 2015 ha messo d’accordo tutti, grazie alla consistenza del suo progetto tecnico e stilistico, ma soprattutto per l’utilizzo di ampio raggio alla quale questa moto è destinata. Caratteristiche che si son tradotte in 30.000 moto vendute e l’Italia è stato il mercato più importante. Noi ringraziamo la RIMA concessionaria Yamaha per Napoli provincia per aver offerto la Tracer 900 in prova e diamo il benvenuto al nostro Giuseppe Irrera, che da oggi si unisce al gruppo dei tester di Star Bikers.

E’ difficile classificare la Tracer 900 con gli schemi di una moto di una volta, perché i crossover di oggi sono votati all’utilizzo a 360° e hanno curato tutti i mali dei motociclisti prestandosi con motori moderni e telai agili alla guida totale, senza fare grossi compromessi, anche per i viaggi a lungo raggio grazie alla loro posizione di guida da enduro stradale. La Yamaha Tracer 900 incarna perfettamente questa categoria sposando tutte le caratteristiche elencate finora. Anche nel traffico e nel misto stretto ci ha fatto divertire, soprattutto grazie al supporto delle sospensioni, di solito il pacchetto forcella-monoposteriore non è sempre così efficace. Lo abbiamo trovato morbido ma non cedevole e non c’è stato bisogno di intervenire su precarico e ritorno, perché il setting di base era più che soddisfacente.

Il CP3 è un motore ormai ben noto, la sua cubatura di 847 cc offre nella versione Euro 4 115 cv a 10.000 g/min per una coppia di 9 kgm a 8.500 g/min. Spinge forte anche la MT09 e la XSR900, è brillante, corposo, ma ha anche un erogazione decisa e senza vuoti, ai bassi giri non sussulta per aprirsi ai 4.000 fino ad entrare in coppia per far uscire la seconda personalità della Tracer 900, quella sportiva e rabbiosa, che può dare filo da torcere a moto più titolate o maggiori di cilindrata. Salendo di giri sembra che il rumore di aspirazione cambi, offrendo un sound più metallico, e a quel punto la libidine è anche nell’ascoltarlo oltre che al sentirlo forte sotto il telaio.

Ben proporzionato l’impianto frenante, non spugnoso e mai aggressivo ma comunque efficace, in linea con la filosofia della Yamaha Tracer 900, che vuole una moto funzionale in tutti i suoi aspetti ma non irruente. Le grosse dimensioni del pilota possono costringere ad una posizione un po’ rastremata delle gambe ma il vantaggio di avere il manubrio vicino è impagabile e rende il controllo della Tracer 900 quasi totale. Il nuovo corso Yamaha esteticamente offre un impronta più europea alle moto, per svincolarle dai canoni giapponesi che vogliono le moto troppo uguali tra loro. La Yamaha Tracer 900 infatti ci piace con queste linee rinnovate rispetto alla versione precedente, peccato che la livrea nera matta nasconda un po’ gli spigoli e quei tagli caratteristici della famiglia del CP3, i cerchi in blu invece sono una vera figata! Guidandola anche in maniera allegra, con la mappa sportiva e senza risparmiarle nulla, abbiamo notato il basso consumo della moto, ci aggiriamo intorno ai 18 km con 1 litro. Gli ultimi numeri parlano di 214 kg di peso in ordine di marcia e di 10.590 euro che occorreranno per portarla a casa, 12.190 per la splendida versione GT, noi per questo sceglieremmo di sicuro la RIMA e i suoi 40 anni e passa di esperienza!