Comunicato ANCMA

In attesa dell’apertura di un tavolo per la riforma del CARD, ovvero la Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto, è indispensabile rinviare subito le disposizioni in materia contenute nella legge sulla concorrenza. Come ampiamente previsto, gli effetti della norma, operativa del 1° gennaio 2023, hanno già portato ad aumenti di oltre il 30% sui preventivi dei premi assicurativi. E, secondo i dati forniti dal portale facile.it, in alcune zone d’Italia gli aumenti possono arrivare a superare il 100%. Tutto questo, alla luce della situazione inflattiva, porta con sé un elevato rischio di elusione e un potenziale fattore di rallentamento del mercato delle due ruote che sta attraversando una fase molto positiva”. È quanto scrive in una nota Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) in merito alla prossima entrata in vigore dell’estensione del maccassimo CARD, a cui oggi aderiscono le imprese assicurative italiane, anche a quelle operanti in Italia con sede legale in altri Paesi europei.  

Il risarcimento diretto CARD, introdotto nel 2007, prevede in pratica che il conducente che subisce un incidente non venga risarcito dall’assicurazione del responsabile del sinistro, bensì dalla propria: quest’ultima riceverà successivamente un rimborso forfettario dall’assicurazione del conducente che ha causato l’incidente. Un meccanismo che ha generato negli anni effetti positivi sui premi assicurativi e, soprattutto, sui tempi del risarcimento nel settore auto. Tuttavia, come chiaramente evidenziato da uno studio commissionato da ANCMA all’Università LUISS e dell’andamento del mercato assicurativo, la convenzione CARD genera effetti distorsivi sulle polizze per le due ruote, perché la rigidità del meccanismo di rimborso a forfait non si adatta agli incidenti motociclistici, che presentano, tra l’altro, anche un elevato tasso di danni alla persona.