Arriviamo di mattino presto a Napoli in Via Arenaccia, dove ha sede il concessionario storico YAMAHA, Rima che da circa 40 anni rappresenta questo marchio con la stessa immensa passione di sempre. E’ arrivato il momento infatti di provare quella che al Salone di Milano di novembre ci era apparsa come la moto totale, la compagna che già da ferma dà l’idea che in sella ci puoi fare proprio tutto. La MT09 Tracer si presenta alla Rima nelle due colorazioni Rosso e Grigio ma c’è una terza livrea Blu Race che forse le batte tutte in bellezza. Raccomandazioni del caso e poi gas verso Ercolano per raggiungere la cima del Vesuvio, uno dei nostri scenari preferiti per i test, con le strade ideali per testare la Tracer nelle diverse condizioni di utilizzo. Diciamo subito che il grosso della moto è ereditato dalla MT09 e quindi c’è sotto il poderoso motore 3 cilindri da 847 cc capace di regalare 115 cv a 10.000 g/min e  8,5 kgm a 8.500 g/min il tutto per un peso in marcia di 210 kg, il dato più leggero della categoria.

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tracer lello

nche il telaio in alluminio è lo stesso della naked ma il reggisella per passeggero è più robusto, si perchè la Tracer è concepita anche come cruiser e per questo troviamo gli attacchi per le eventuali valigie. Stesse sospensioni tra le due moto ma diversa taratura, più morbido l’assetto della Tracer, che non ci impedisce però di trovare più brio tra i tornanti veloci del Vesuvio, e che comunque sono regolabili in compressione ed estensione della forcella, mentre sul mono è possibile precaricare la molla. Non cambiano invece i freni con dischi da 298 e 245 mm con pinze a 4 e 2 pistoncini, tutto il sistema è poi supportato da un validissimo ABS di serie. Un altro elemento offerto nel pacchetto base della moto è il controllo di trazione e le 3 mappature per addomesticare l’erogazione del motore. Oltre alla versione standard troviamo infatti la mappa A che sprigiona tutto il potenziale del 3 cilindri e la B che invece lo riduce di un 30-40% utile per le condizioni critiche come asfalto bagnato o fondo disastrato.

TracerPer completare le disposizioni che rendono la Tracer una moto tuttofare, citiamo il cavalletto centrale e la possibilità di variare l’altezza della sella da terra, che può passare da 860 a 845 mm, mentre utilissimo è il cupolino di cui possiamo variare la penetrazione aerodinamica, anche se l’operazione va fatta con la moto ferma. Ci sono poi un serbatoio più grande della nuda, che arriva a 18 anzichè 14 litri e soprattutto un’ottima gomma di primo equipaggiamento, cioè le Dunlop D222 che nonostante il freddo e il ghiaccio del Vesuvio sono entrate subito in scala termica permettendoci di sfruttare il potenziale della moto. La Tracer è una moto incredibilmente equilibrata, e parliamo di peso e masse in movimento, i tecnici dichiarano che il 51% è caricato all’anteriore e il lavoro è stato fatto in maniera egregia visto che abbiamo avuto sempre la sensazione di ciò che accadeva davanti, riuscendo ad inserire la moto in ogni traiettoria predefinita. Con la mappa aperta diventa quasi una sportiva con il vantaggio del manubrio largo, forse un pò troppo a causa dei paramani, e la guida diventa simile a quella di una supermotard, grazie anche al telaio leggero e fedele, tanto che all’inizio bisogna dosare bene i movimenti sulle pedane, perchè la moto scende subito in piega e stupisce per la velocità di inserimento e riallineamento. L’erogazione della potenza è stata resa più lineare rispetto alla MT09 e la spinta è costante e fulminea, quasi elettrica, e poi fa rilassare nella guida turistica sfruttando la coppia e marciando anche in sesta. Un test molto gratificante per una moto indovinata in tutti gli aspetti, soprattutto quelli estetici, visto che Yamaha come spesso fa, ha curato tutti i dettagli e in questo caso non ha lasciato nulla al caso, anche il prezzo che con 9.590 euro fc accontenta proprio tutti, visto che ad un solo costo si ha la possibilità di avere almeno due moto in una.